Filtri Neutral Density

I Filtri Neutral Density

di Cesare Re

Il vento muove l’albero e il campo di grano. La fotocamera, Nikon D800, è sul treppiede. L’ottica, un Nikkor 70-200 AFS  f 4, ha montato un filtro ND 8 che consente di togliere 3 stop di luce e accentuare il mosso dell’albero dovuto al vento. Si scatta nel momento in cui arrivano le folate più intense.

Il filtro fotografico ND è un accessorio in vetro, vetro ottico (o plastica) che si pone davanti all’obiettivo (raramente dietro o internamente con apposito porta filtri), per modificare il risultato dell’immagine. Serve a ridurre l’intensità della luce che andrà a impressionare il sensore. Recentemente sono stati prodotti anche filtri che si pongono direttamente sul sensore, ma sono ancora poco diffusi.

A cosa servono i Filtri Neutral Density ?

I filtri ND servono per togliere luminosità. Vogliamo scattare una foto con un tempo di posa molto lungo, per esempio ad una cascata, in modo da ottenere l’effetto seta. Usiamo gli iso più bassi consentiti dalla nostra fotocamera, per esempio 100. Impostiamo, secondo l’esposimetro, la coppia tempo e diaframma consentita, con il tempo di posa più lungo possibile. Supponiamo che in questo caso il tempo di posa più lungo sia di 1/60 di secondo con diaframma corrispondente di f 22. Non posso chiudere ulteriormente il diaframma, o allungare il tempo di posa, perchè c’è troppa luce; non posso abbassare gli iso (sono già i più bassi) e quindi, devo accontentarmi del tempo di posa di è 1/60 che, per quasi tutte le cascate, è troppo veloce per ottenere l’effetto seta. Uso, quindi, un filtro ND, in modo che mi tolga luminosità. Scelgo, per esempio, un ND 8 (toglie 3 stop). Otterrò, quindi, un tempo di posa di 1/8 di secondo, in genere sufficiente per l’effetto seta. Gli ND esistono in diverse gradazioni e con nomi diversi a seconda dei produttori. In linea di massima possiamo definirli: ND 2 (- 1 stop), ND 4 (- 2 stop), ND 8, (- 3 stop) ND 400 oppure ND 32, ecc (- 9 stop), Big Stopper (- 10 stop o più), ecc. Servono, come abbiamo detto, per ottenere l’effetto seta dell’acqua, o per una foto con un soggetto in movimento, per il quale serve un tempo di posa lento (persona che cammina, ripresa con effetto mosso, con paesaggio nitido, come sfondo), se vogliamo ottenere il mosso della vegetazione, accentuando l’effetto del vento. Come altro esempio: se ho un tempo di posa di 1/125, con un filtro ND 8, perderò 3 stop, con un conseguente tempo di posa di 1/15. Se, invece, uno un filtro ND 2, perdo solo 1 stop e avrei, quindi, un tempo di posa si 1/60. Ovvio l’utilizzo del treppiede.

Corso del Ticino, a Castelletto di Cuggiono
L’acqua del Ticino è resa piatta, dall’utilizzo del filtro ND 1000, della Hoya, da 10 stop. La Nikon d800 è sul treppiede. Il 24-70, ha impostato il diaframma di f 11. Gli iso sono a 100. Il tempo di posa è di 15 secondi.

Filtri a lastra o filtri a vite 

Si distinguono, principalmente, in due tipi: a vite e a lastra. I primi si avvitano all’ottica. Ogni obiettivo ha un suo diametro filtri, leggibile sul tappo, nella parte interna. I secondi si inseriscono in un porta filtri universale che, tramite anelli adattatori dedicati, si avvita a vari obiettivi, anche con diametro filtri diverso. Attenzione alla scelta del porta filtri. Se avete obiettivi con lenti molto grandi e con diametro filtri tipo 77 mm, 82 mm, o maggiori è necessario munirsi di un porta filtri grande, in modo che non provochi vignettatura, soprattutto con focali grandangolari (oscuramento ai lati della foto, dovuto al porta filtri che entra in inquadratura).  Se alcuni filtri come Polarizzatore, UV e Sky sono più adatti nella versione a vite,  gli ND (Neutral Density) sono meglio in lastre, poiché si possono sovrapporre più facilmente e perché è possibile, semplicemente alzando il filtro, misurare l’esposizione e mettere a fuoco senza di esso. Con alcuni filtri, infatti, è impossibile leggere l’esposizione e, per mettere a fuoco, è necessario toglierli. Svitarli di volta in volta diventa scomodo e complicato. Per quelli a lastra, invece, è sufficiente farli scorrere verso l’altro, mettere a fuoco, o misurare l’esposizione, e poi riposizionare la lastra.  Montare più di un filtro per volta, comunque, causa diminuzione della qualità ottica. Ogni elemento posto davanti alla lente frontale di un obiettivo ne modifica, infatti, lo schema ottico.

Esposimetro e tempi lunghi 

In genere sino al filtro ND 8, l’esposimetro TTL della fotocamera è in grado di compensare in automatico l’esposizione e non compromettono l’uso dell’autofocus. I filtri che tolgono 10 stop, invece, sono molto scuri e non consentono l’uso dell’autofocus e neanche quello dell’esposimetro. E’, in genere, necessario mettere a fuoco prima, in quanto il mirino diviene praticamente nero, non consentendo di vedere il soggetto. A volte utilizzare il live view può aiutare. Anche l’esposizione si calcola manualmente, compensando per i 10 stop necessari e settando la fotocamera in M. Se ho un tempo di posa di 1/1000, senza il filtro, devo impostare, a mano, 1 secondo, togliendo i 10 stop. E’ possibile, quindi, ottenere anche tempi di posa molto lunghi, anche di diversi minuti. Visto che l’otturatore delle fotocamere, in genere, arriva la massimo a 30 secondi, è necessario munirsi di un apposito telecomando o di uno scatto con filo, che si collega alla fotocamera e consente di bloccare l’otturatore per un tempo superiore ai 30 secondi. In questo caso si imposta, sulla fotocamera, la posa “BULB” e poi con l’apposito accessorio si settano tempi più lunghi dei 30 secondi normalmente consentiti.  Sconsiglio i filtri ND variabili (a seconda di come si ruotano aumentano o diminuiscono la quantità di luce che impressiona il sensore), a meno che non siano di qualità eccelsa e, quindi, di costo notevolissimo. Altrimenti rischiano di degradare l’immagine.

Nikon D800; Nikkor 18 AIS, 3,5. Il tempo di posa lungo è accentuato dal filtro ND 4 che toglie 2 stop di luce. Punto di ripresa molto basso, a filo d’acqua. 

Schema riassuntivo di utilizzo di un filtro ND 

  • Si pone la fotocamera su treppiede
  • Si inquadra e si compone l’immagine
  • Si mette a fuoco. Si mette la messa a fuoco in manuale
  • Si misura l’esposizione in “M”, senza il filtro
  • Se il filtro non è ad altissima densità, l’esposimetro è in grado di leggere l’esposizione.
  • Se il filtro è ad alta densità, per esempio un ND 1000 (- 10 stop), si misura l’esposizione e, una volta montato il filtro, si tolgono i 10 stop relativi, per esempio, all’ND 1000.
  • Se togliendo gli stop relativi, a seconda del filtro utilizzato, si rendesse necessario impostare un tempo di posa superiore ai 30 secondi (generalmente tempo massimo consentito dalle fotocamere), è indispensabile settare la posa “bulb”. L’otturatore rimane aperto, sino a che si tiene premuto il pulsante di scatto. Per evitare il mosso, provocato dalla pressione del dito, è opportuno utilizzare un telecomando dedicato, oppure uno scatto flessibile dedicato.
  • Importante è anche impedire che la luce entri nell’oculare del mirino. Nelle lunghe esposizioni, soprattutto, potrebbe velare l’immagine o far apparire strane strisce sull’immagine. Alcune fotocamere hanno una finestrella copri oculare che deve essere chiusa. Per le altre è sufficiente schermare l’oculare, con una mano o, meglio, con un panno scuro.

Ma quanti stop effettivi si tolgono dall’esposizione ? 

Non tutti i filtri fanno esattamente quello che dicono ?…Nel senso che alcuni, pur dichiarando di togliere 4, 5, 6, o 10 stop, in realtà, consentono di diminuire l’esposizione di un valore non proprio identico  a quello dichiarato. Se sono di elevata qualità, sono anche precisi nella loro funzione. Se sono economici, però, può essere che tolgano alcuni stop in più, o in meno, rispetto al valore dichiarato. In questo caso è necessario fare delle prove sul campo, scattando diverse immagini, cambiando di volta in volta i tempi di posa, sino a trovare quello giusto e, quindi, il valore effettivo del filtro.

filtri neutral density
Copyright Lee. I filtri a lastra della Lee, tra i migliori. Lo schema delle varie gradazioni. Alcune case produttrici, classificano i propri filtri con la sigla ND 2, ND 4, ecc. Altre, come la Lee, utilizzano altre sigle, come ND 0,3 oppure ND, 0,6, ecc. Come illustrato nella figura.

 

Copyright NISI: Porta filtri della Nisi. Tramite anelli adattatori, si adatta a obiettivi di diametro diverso. Si possono inserire più filtri, sommandone gli effetti.

 

 

Copyright NISI. Schema con fotocamera, anello adattatore, porta filtri e filtri a lastra. 

 

 

Filtro ND
Copyright Hoya. Filtro, a vite, Pro ND 1000. Toglie 10 stop di luce. Questo filtro si avvita all’ottica. Serve un filtro per ogni ottica con diametro filtri diverso. Esistono anche anelli riduttori. Si può, per esempio, montare un filtro da 62 mm, su un diametro da 58 mm. Impossibile, invece, usare un 77 mm, su un 52 mm, per esempio, poichè la differenza tra i due diametri è eccessiva. Spesso, comunque, si rischia la vignettatura. soprattutto con ottiche grandangolari.

 

Cascata dell’Inferno, all’Alpe Devero. L’effetto seta è dovuto all’utilizzo di filtri ND 

 

Le Cascate dell’Acqua Fraggia, in Valchiavenna. Filtri ND e treppiede. 

 

alberi i nzone agricole del parco del ticino
Nikon D800; Nikkor 70-200 f 4; f22; 1/5 di secondo. Iso 100. Filtro ND 8. Il tempo di posa era di di 1/30 di secondo. Il filtro ha tolto 3 stop di luce, portandolo a 1/4.

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