Paesaggio Interpretato: una montagna per tante foto

Nulla è più mutevole di un paesaggio alpino. Una montagna per tante foto, ovvero un singolo gruppo montuoso, ripreso dallo stesso punto, ma in stagioni diverse, momenti diversi e con ottiche diverse. Il punto focale di queste fotografie consiste nella ricerca del momento migliore, da “applicare” alle stesse montagne, per renderle diverse dal punto di vista estetico ed emozionale, il tutto raccontato in una breve video – dissolvenza

VIDEO

 

 

Spesso si sente dire che la fotografia di paesaggio manchi di “spunto creativo”. Alcuni sostengono che per fotografare una cima, un lago o un luogo particolare sia sufficiente trovarsi nel posto adatto.  Un discorso molto superficiale e poco sensato che, sicuramente, non contempla le difficoltà di muoversi in un ambiente a volte difficile e, soprattutto, non considera che la giusta location deve essere raggiunta con la condizione di luce migliore e più efficace, a seconda di quello che si intende comunicare. L’illuminazione può essere: laterale, radente, piatta, all’alba, al tramonto o dopo un temporale. E’ logico, quindi, che oltre alla difficoltà nel raggiungere il luogo di ripresa, se si vuole ottenere un risultato interessante e non banale, è anche necessario scegliere la luce migliore. Non trovandosi in uno studio e non potendo illuminare artificialmente grandi scenari naturali, è necessario aspettare le condizioni di luce che si ritengono migliori, o comunque tornare molte volte nello stesso luogo sino a trovare la giusta situazione. Le foto “ritraggono” sempre lo stesso gruppo montuoso, la Becca d’Aran e la Punta Roisetta, cime che sovrastano la conca di Cheneil, homeau della Valdostana Valtournenche. Sono vette di tutto rispetto sia per estetica sia per quota, ma spesso sottovalutate per la vicina e incombente presenza del Cervino e delle Grandes Murailles.  Il punto di ripresa, sempre lo stesso, è un tratto del sentiero che da Crepin (frazione di Valtournenche) porta all’Alpe Tombal e all’Alpe Liortiere, ad una quota di circa 1600 m. Il sentiero è stato percorso svariate volte, sfruttando le diverse occasioni che si sono presentate. Le foto sono state scattate con condizioni meteo diverse, in stagioni diverse, con condizioni di illuminazione diverse e con ottiche di focale diversa.

Tratto da “Fotografare in Montagna”, Edizioni del Capricorno di Cesare Re

 

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