Non sempre in manuale scatterai fotografie da “manuale” : manuale, priorità di diaframmi, priorità di tempi e program

Manuale, priorità di diaframmi, priorità di tempi e program

Foto scattata in priorità di diaframmi. L’importante era avere tutto nitido, quindi utilizzare un diaframma chiuso. La luce era molta, quindi non si correva alcun rischio di mosso. Dato uno sguardo al tempo dsi posa, ho scattato. Nikon D700, Sigma 15 AFD 2,8; f16; 1/250; iso 200.

Di Cesare Re

Come scatti? In manuale? in program ? Oppure hai degli scatti d’ira perché le tue foto non vengono bene? Oppure scatti, nel senso che corri molto veloce?

Qualsiasi sia la tua modalità di scatto, l’importante è che tu riesca ad ottenere buone immagini, fotografie delle quali sei soddisfatto. L’importante è, anche e ovviamente, che tu abbia sempre il controllo della tua fotocamera.

Francamente, noi di FotoPerCorsi, nei nostri corsi e nei nostri workshop sconsigliamo vivamente di utilizzare i programmi prefissati presenti in alcune fotocamere, tipo: paesaggio, close up, ritratto, notturno, fotografare uno che salta su un piede solo, e così via. Perché? E’ presto detto! Anche conoscendo il funzionamento di questi “programmi prefissati”, non si può comunque ottenere un risultato efficace e preciso. Per Esempio: il programma paesaggio, secondo le idee dell’ingegnere progettista della fotocamera, prevede che si abbia una profondità di campo estesa. Nel contempo, però, non può impostare un diaframma troppo chiuso (per aumentare la profondità di campo), perché il corrispondente tempo di posa sarebbe troppo lungo e la foto risulterebbe, quindi, mossa, a meno di non usare il treppiede. Tra l’altro, il programma paesaggio non è conscio della situazione che sto fotografando. Non sa se mi serve molta profondità di campo e se, per esempio, voglio scattare una foto con messa a fuoco selettiva e con lo sfondo non perfettamente nitido. Eh si…in effetti ci sono anche foto di paesaggio con limitata profondità di campo. Capita di voler ragionare anche in questo modo.

E se volessimo scattare una foto sportiva? Selezioniamo il programma sport. Tendenzialmente questa funzione imposterà un tempo di posa veloce e un diaframma aperto, per fermare il soggetto. Alzerà, di conseguenza, anche gli iso, per contribuire ad avere un tempo più veloce.  Il programma, però, non sa se il mio soggetto è una persona in corsa, lenta o veloce, o addirittura una formula 1, velocissima. Non potrà mai, quindi, impostare valori tempo e diaframma perfettamente funzionali all’idea di foto che intendiamo scattare.

orso bruno
Nikon D800; Nikkor 70-200 afg f 4; f 5,6; 1/320; iso 640. Anche in questo caso la priorità di diaframmi è utile, perchè velocizza la misurazione dell’esposizione, per soggetti che sono in continuo movimento e in esterni, dove la luce cambia sovente. In questo caso è importantissimo, impostato il diaframma, controllare sempre il tempo di posa, in modo da verificare che non sia troppo lungo da causare il mosso del soggetto.

Il programma notturno poi, francamente, risulta essere piuttosto incomprensibile e sembrerebbe quasi riferirsi a cose diverse dalla fotografia… Notturno cosa? Con cielo stellato? Con o senza luna? Oppure in città, con notevole illuminazione artificiale? Insomma questo risulta essere veramente poco comprensibile.

La verità è che dobbiamo impostare tempi, diaframmi e iso, consapevolmente, così come scegliere se vogliamo usare o meno il treppiede o decidere se, in automobile, vogliamo andare a 50 o 130 km orari.  Tendenzialmente, meglio dimenticare questi “programmi automatici”.  Scegliamo, invece, di impostare la fotocamera in manuale o in priorità di diaframmi.

Impostazione fotocamera in manuale, in “M” .

Il fotografo sceglie sia il tempo di posa, sia il diaframma, secondo il valore suggerito dall’esposimetro.  In poche parole, si regolano tempi e diaframmi in modo che la barretta interna al mirino sia esattamente in mezzo, né spostata verso destra, né verso sinistra. Quando, invece, ci sono situazioni limite, o casi in cui sappiamo che il nostro esposimetro non sarà efficace, saremo noi a scegliere se sovraesporre o sottoesporre, a seconda dei valori suggeristi dallo stesso.  Se la situazione di luce è la stessa per tutta la sessione fotografica, allora una volta misurata e trovata la giusta esposizione possiamo continuare a scattare, senza più curarci della misurazione esposimetrica. Questo succede soprattutto in studio, o in teatro, insomma in situazioni di luce controllata. Se, però, la luce cambia in continuazione, come per esempio in esterni, allora dovremo sempre controllare la lettura esposimetrica ad ogni scatto.  Questo sistema è indispensabile, a mio modo di vedere, usando il flash, sia esso esterno o incorporato alla fotocamera, oppure attaccato o staccato dalla slitta. Usando, infatti, il flash, con la fotocamera impostata in maniera diversa da “M” subentrano alcuni settaggi automatici che potrebbero condizionare il risultato della foto.

libellula damigella
In questo scatto è determinante l’uso del flash. La foto è scattata in manuale, in modo da evitare che la fotocamera (In A o in S o in P o in Auto) inserisca degli automatismi che possano influire sul tempo di syncro del flash che è determinante sia per registrare il movimento della libellula, sia per controllare la lumin0sità dello sfondo. Fotocamera, quindi, in M. Nikon D800; Nikkor 105 micro; f11, 1/80; iso 500. Flash Sb 800, separato dalla fotocamera.

Impostazione fotocamera in automatismo a priorità di diaframmi, in “A” .

Il fotografo imposta il diaframma e la fotocamera selezione, in base al suo esposimetro interno, il corrispondente tempo di posa. Controllare il diaframma consente di regolare la profondità di campo. Si tratta comunque di una sorta di “falso automatismo”, in quanto è sempre necessario prestare attenzione al tempo di posa. E’ vero che la fotocamera lo imposta in automatico, ma dobbiamo controllare se è, per esempio, troppo lungo e potrebbe causare, quindi, un mosso della fotocamera, oppure un mosso del soggetto, perché magari si muove troppo velocemente. E’ anche necessario abbinare questa impostazione con la “staratura intenzionale dell’esposizione” che consente di correggere il valore misurato dall’esposimetro, quando non è corretto, per esempio se otteniamo una foto troppo chiara o troppo scura. Questo sistema non è efficace da usarsi insieme al flash, in quanto provoca l’inserimento, in automatico, di un tempo di syncro flash prefissato, a seconda della fotocamera, tra i 1/60 e 1/250 di secondo. Un tempo che non sempre è idoneo al tipo di immagine che vorremmo ottenere. E’ un sistema piuttosto veloce e, in situazioni in cui la luce muta velocemente, consente di regolare l’esposizione, muovendo solo un comando, quello del diaframma.

Impostazione programma, “P”

Secondo arcani algoritmi la fotocamera imposta sia il tempo, sia il diaframma e, in alcune marche e modelli, anche gli iso. Per chi intende scattare immagini ragionate, direi che è un’impostazione decisamente sconsigliabile. Come detto in precedenza, il nostro scopo deve essere quello di controllare, con precisione, i parametri di esposizione: t, f, iso. Altrimenti c’è sempre il telefono che qualche foto la scatta pure volentieri!

Impostazione “Auto”

Usatela per andare in giro in automobile…Scherzi a parte, in alcune fotocamere esiste anche una funzione “Auto”. La fotocamera imposta tempi, diaframmi e anche gli iso. Insomma, voi praticamente non fate nulla, o quasi…anche in questo caso, meglio lo smartphone.

Impostazione priorità di tempi “S”

Il fotografo imposta il tempo di posa e la fotocamera, seleziona il diaframma. A cosa serve? In teoria, per fermare soggetti in movimento, scegliendo un tempo veloce, oppure per rendere l’effetto del mosso, utilizzando un tempo lento. Rimane, però, un metodo che non consente di controllare la profondità di campo. O meglio, è sempre necessario guardare il diaframma, in modo da vedere se è troppo aperto e quindi la profondità di campo è insufficiente per quello che vogliamo ottenere.

Parete Est del Monte Rosa
In un notturno, pur in presenza di luca, l’esposimetro è praticamente inutile. Non funziona, poichè la luce è troppo flebile. Si imposta, quindi la fotocamera in M, scegliendo il tempo di posa, con altri parametri. In questo caso si tratta di 20 secondi. Il diaframma era f 5,6 e gli iso 1000. Nikon D810; Nikkor 24-70 afg. Treppiede.

 

 

Foto scattata in modalità “M”. In questo caso era necessario il controllo di entrambi i valori: Tempi, per essere certi di evitare l’effetto mosso, Diaframmi, per avere il controllo della profondità di campo. Dati di scatto: 70/200mm f.2.8 a f2.8. t=1/160 sec, ISO 1600

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